11 metri, 1.000 pensieri e 1 tiro
Il calcio rigore? Un gol così facile da segnare che incasina la testa
Il boato della folla si spegne.
Il silenzio fa compagnia al calciatore sul dischetto.
bum, bum, bum
Il battito del suo cuore aumenta.
Diventa più forte.
Il respiro si accorcia.
Quando sei a 11 metri dal paradiso - o dall'inferno - le emozioni prendono il sopravvento.
Perché il fallimento è possibile che accada.
La porta sembra piccola.
Il portiere un gigante.
Il pensiero diventa negativo.
In realtà circa l'80% dei pensieri quotidiani di tutti noi sono negativi. Fa parte del nostro modo di pensare. Ecco perché calciare un rigore non è solo una questione tecnica, ma una dinamica complessa che richiede abilità mentali oltre a quelle fisiche.
Si calcia prima con la testa e poi con i piedi.
L’Atalanta eliminata dalla Champions League ha lasciato in eredità uno scambio di battute. L'allenatore Gian Piero Gasperini commenta così il rigore fallito da un suo giocatore:
Credo che Lookman sia uno dei peggiori rigoristi che io abbia mai visto. Li calcia malissimo, anche in allenamento ha una percentuale realizzativa davvero bassa
Questa la risposta del nigeriano Ademola Lookman:
Essere additati nel modo in cui sono stato non solo mi ferisce, ma mi sembra anche profondamente irrispettoso
Hanno ragione entrambi.
L’allenatore vuole giocatori specializzati nel calciare un rigore. Il calciatore non vuole essere etichettato come incapace, perché tirare un rigore ha implicazioni psicologiche oltre che tecniche.
Poi arriva il litigio fra Lorenzo Lucca e tutti i compagni dell’Udinese, per tirare un calcio di rigore a Lecce. Il rigorista designato è Florian Thauvin. Lucca voleva tirarlo, l'ha tirato e segnato. Ma dopo pochi minuti è finito in panchina e ha chiesto scusa per il gesto. L’Udinese ha vinto. L’allenatore Kosta Runjaic non ha gradito il mancato rispetto delle regole.
Il rigore è un momento particolare nei 90 minuti di gioco. Per non parlare nello shootout per i turni a eliminazione. Bisogna allenare una routine tecnica e psicologica, ma non solo: è necessario essere completamente calati nel momento quando scocca l’ora dei penalty. Il coraggio serve, ma non nel senso eroico del termine. Altrimenti è il càos.
Utilizziamo la logica.
Segnare un calcio di rigore è piuttosto facile. Il pallone è a 11 metri dalla linea di porta in posizione centrale. Nessun giocatore può interferire con il rigorista. La porta misura 7,32 metri di larghezza per 2,44 m di altezza. Lo “specchio” è grande 18 metri quadrati.
Più della superficie di un ampio box per auto.
Il tempo medio in cui la palla raggiunge la linea di porta è 0,44 centesimi di secondo.
Se calciato in modo corretto, magari nella parte alta della porta, il rigore è imparabile.
Nei 5 campionati top europei l'80,2% dei calci di rigore viene segnato. L’elaborazione è di Statista con i dati 2023-24. Praticamente 4 volte su 5 tentativi.
L'International Journal of Performance Analysis in Sport ha voluto capire di più sulle dinamiche di un calcio di rigore. I ricercatori hanno analizzato 129 tiri dagli 11 metri nelle finali della Champions League e dei Mondiali.
La velocità media di un tiro di rigore è 20/25 metri al secondo. La velocità media è di circa 90 km/h: 60 la minima, 120 la massima.
Se si tira piano piazzando la palla, la possibilità di segnare è al 47% contro il 53% di probabilità che il portiere lo pari. Però non si tira mai fuori dallo specchio della porta. Se la potenza è media, cioè sui 100 km/h, la speranza di fare gol sale all'81% ma con un 1% di possibilità di tirare fuori. Se la potenza è massima, la percentuale di realizzazione scende al 63% e cresce esponenzialmente al 31% la possibilità di mandare la palla fuori.
Ma se guardiamo la psicologia cambia tutto.
Uno studio di Inner Drive ha messo in luce fattori da non sottovalutare. I calciatori che impiegano meno di 200 millisecondi per calciare dopo il fischio dell'arbitro segnano circa il 57% delle volte. I giocatori che aspettano più tempo - almeno un secondo - segnano l'80% delle volte. La fretta non porta consiglio, non fa ripassare la routine mentale per attivare quella fisica.
Ma non finisce qui.
I ricercatori hanno evidenziato che, dopo aver piazzato la palla sul dischetto, è un errore voltare le spalle al portiere mentre si va a prendere la rincorsa: ci si distrae. E non bisogna passare troppo tempo a guardare il portiere. Molto meglio concentrarsi sul proprio obiettivo, sulle proprie capacità e sulle cose che si possono controllare.
Per esempio bisogna ignorare il colore della maglia del portiere. Uno studio dice che se l'estremo difensore avversario veste di rosso è più facile fallire.
In una situazione di forte stress emotivo, vedere il rosso aumenta l'ansia da prestazione. Mentre se il portiere è vestito di verde è tutto più semplice.
Una ricerca pubblicata su Psychology of Sport and Exercise, nel marzo 2023, ha analizzato 1.711 rigori calciati in 15 anni nei principali tornei internazionali.
La probabilità che il portiere pari un rigore cala del 4% quando un giocatore altamente specializzato lo tira. I risultati indicano però che un'elevata pressione situazionale aumenta del 6% la probabilità di sbagliare il rigore. Indipendentemente dal livello di abilità del giocatore.
Per molti calciatori, soprattutto quelli non specialisti nei rigori, la prospettiva di questa prova estrema di nervi e concentrazione porta a un senso di terrore.
Cosa possono fare? Allenarsi dagli 11 metri.
Questo è scontato e infatti Gasperini voleva uno specialista.
Come anche Runjaic.
Ma non basta, perché bisogna allenare anche la testa. Cosa succede in quei minuti, che dinamiche si sviluppano, che paure emergono?
Ma soprattutto: rigorista e squadra ragionano come una sola persona?
L'immaginazione è efficace nel migliorare l'esecuzione dei calci di rigore. Una ricerca comparativa ha dimostrato che il metodo Functional Imagery Training (FIT) è più efficace sul lungo periodo per allenare i calciatori in questa skill.
Imparano a immaginare vividamente ogni aspetto della loro prestazione. Il tutto coltivando un profondo senso di scopo (il gol, la vittoria) e di motivazione.
Affrontando anche i fantasmi di fallimenti passati. O scenari fortemente stressogeni.
Si tratta di un esercizio di immaginazione per entrare e rimanere in uno stato di flusso, che permette di godersi il momento accettando che la pressione è parte integrante del gioco.
A tutti gli altri - compagni di squadra, allenatori, dirigenti e tifosi - non resta che soffrire. E coprirsi la faccia con le mani quando c’è un calcio di rigore? Assolutamente no, nessun rigorista deve sentirsi solo e abbandonato dal gruppo. Non deve esserci l’eroe che affronta da solo il compito e nemmeno i compagni che si tirano indietro.
Tirare un rigore è un percorso di crescita.
Sportiva, personale e di gruppo.
Bisogna diventare responsabili, non dimostrare il coraggio.
Segnare non è difficile, se sai come farlo.
Meglio imparare in fretta, perché i rigori potrebbero diventare sempre più decisivi.
La Uefa sta pensando di eliminare i tempi supplementari nella fase a eliminazione diretta delle coppe per club. Dopo 180 minuti (90+90) si va ai rigori. Togliendo 30 minuti di extra-time.
Non prima del 2028. Ma intanto preparasi e preparare la squadra è di… rigore!
Sportivi, in fondo la cyclette può anche diventare un attaccapanni
I propositi di gennaio più gettonati, secondo Gallup, riguardano la salute - allenamento e dieta - seguiti da risparmio e investimento di denaro.
La combo perfetta? Investire denaro in attrezzature sportive per allenarsi a casa: cyclette, spin-bike, vogatore, pesi, panca, ecc.
Ma attenzione, la ricerca del 2023 dice anche che il 25% degli intervistati molla il colpo dopo appena 2 settimane, seguiti da un altro 25% entro i 6 mesi. Dopo 2 anni solo il 20% porta a termine l'obiettivo.
Tecnicamente un quarto di chi voleva rimettersi in forma con il nuovo anno ha già smesso di allenarsi. Come rimediare?
Vendere tutto. Se il conto in banca è l'unica cosa che si è alleggerita, bisogna ammettere la sconfitta e cercare di tornare in possesso di una parte dei soldi spesi.
Rendere attraente la realtà. Utilizzare gli attrezzi a casa è più facile che prepararsi per andare in palestra. Non c'è bisogno di fare la borsa, la fila e aspettare per la doccia.
Combo motivazionali. A casa ci si può allenare guardando la serie tv preferita, il tg meno fazioso o ascoltare la playlist preferita. E senza cuffie!
Un po' di dopamina. Se esci a correre c'è Strava con i suoi kudos. Ma se fai spin-bike c'è Peloton, che rende l'allenamento molto social!
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AMA LA MAGLIA
La nazionale italiana di calcio femminile ha finalmente la sua prima maglia creata appositamente per questa rappresentativa.
Si tratta del kit away, che è in diverse tonalità di verde e con rami di vite che si intrecciano sul fronte e sul retro della divisa ispirandosi nel concept ai movimenti del Realismo e del Naturalismo rinascimentali.
Lo sponsor tecnico adidas ha presentato le nuove divise anche per le altre 6 nazionali femminili che veste per l’Euro 2025.
Su Ama la Maglia, il mio blog dedicato alle divise sportive, ti aspettano 1.500 post con tante storie e curiosità.
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La sua nomina aveva già diviso l’opinione pubblica tra chi considera la nomina di un ct straniero un oltraggio alla storia del football inglese e chi invece è favorevole alla sua investitura in vista dei Mondiali 2026.
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