NUMB3RZ – #42 ⚾️ Jackie Robinson
Brooklyn: Ebbets Field. Il numero che rompe la “color line” del baseball
Questa è la seconda issue di NUMB3RZ, uno spin-off di SPORTERZ. Ogni numero è un viaggio nel tempo e un racconto che parte da un numero mitico e arriva dritto al cuore di chi ama lo sport e le sue storie senza tempo.
Avete visto Spider-Man: Across the Spider-Verse?
Il 42 compare ovunque.
È il numero sul ragno radioattivo che morde Miles Morales.
Appare nei fondali, nei dettagli, nei passaggi chiave.
Perché proprio il 42?
Ce lo dice il co-produttore Christopher Miller:
“I riferimenti al numero 42 nello SpiderVerse sono un omaggio a Jackie Robinson, il primo giocatore afroamericano nella Major League Baseball”.
Torniamo indietro.
Non in un universo alternativo, ma nel nostro.
È il 15 aprile 1947.
Brooklyn, New York.
Allo stadio Ebbets Field, un ragazzo nero indossa la maglia numero 42 dei Dodgers.
Si chiama Jackie Roosevelt Robinson.
Ha 28 anni.
Quel giorno non cambia solo una squadra. Cambia la storia.
Il 42 rompe la color line del baseball.
Scardina un sistema costruito sull’esclusione.
Sfida la regola non scritta che, per oltre 60 anni, aveva tenuto fuori gli afroamericani dalla MLB.
Non era il primo nero a giocare a baseball.
Ma fu il primo a forzare quella linea e rimanere in piedi.
Tra il 1870 e il 1884 alcuni atleti afroamericani scesero in campo nelle leghe professionistiche. Ma poi venne il silenzio.
Una regola non scritta – la segregazione razziale travestita da consuetudine – chiuse le porte agli atleti neri per oltre 60 anni.
Jackie nasce a Cairo, in Georgia.
Cresce in California.
È un pluricampione universitario, in quattro sport.
Nel 1945 firma per i Dodgers.
Nel 1947 debutta in Major League.
Lo vuole Branch Rickey, presidente dei Dodgers.
Un visionario, sì. Ma soprattutto un calcolatore.
Cerca qualcuno con talento e nervi d’acciaio.
Perché sa che i fischi, gli sputi, gli insulti arriveranno.
E Jackie li incassa tutti.
Senza reagire.
Almeno all’inizio.
Come disse la leggenda Jesse Owens:
“Le battaglie che contano non sono per le medaglie. Sono quelle dentro di noi”.
Jackie resiste.
Gioca bene.
I compagni cominciano a fidarsi.
Lo seguono. Lo difendono.
Arrivano le vittorie.
I titoli. I premi.
Il rispetto.
E il numero 42?
Non lo sceglie. Gli capita.
A Montreal, nelle leghe minori, aveva il 5.
Ai Dodgers era già assegnato.
Il 42 era libero.
Jackie lo prende. E lo rende eterno.
Poi il resto è cronaca:
- Rookie of the Year, 1947
- MVP della National League, 1949
- Campione MLB, 1955
- Hall of Fame, 1962
Ma la vera vittoria è un’altra.
È vedere ogni 15 aprile, dal 1997, tutti i giocatori della MLB scendere in campo con la maglia numero 42.
Un rito collettivo.
Una memoria attiva.
L’ultimo a indossare il 42 per scelta propria è stato Mariano Rivera.
New York Yankees. Closer leggendario.
Lo aveva prima del 1997, lo ha tenuto fino al 2013.
Dopo di lui, il 42 è stato ritirato da ogni spogliatoio.
Per sempre.
Ma è ancora ovunque.
Perché il 42 non è più un numero.
È un simbolo.
Come disse Pee Wee Reese, il primo compagno a mettersi al fianco di Jackie:
“Puoi odiare un uomo per molte ragioni. Il colore non è una di queste”.
Alla memoria di Robinson è stato dedicato anche un asteroide, il 4319 Jackierobinson.
🏁 FAST NUMB3RZ | DODGERS VS. BRAVES
📍 Stadio: Ebbets Field, Brooklyn
📆 Data: 15 aprile 1947
👕 Maglia: Brooklyn Dodgers
🧢 Giocatore: Jackie Robinson
🔢 Numero di maglia: 42
🏆 Primo afroamericano nella MLB moderna
🎯 Premio: Rookie of the Year 1947
🏅 Onore: Numero ritirato da tutta la MLB (1997)
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