Verso l'infinito e... l'oltresport
Mese segnato da ritiri illustri e rientri sgargianti: pensieri e ripensamenti dei campioni in pensione
Oggi parliamo di:
Iniesta e Nadal hanno annunciato l’addio, Braathen e Hirscher tornano invece in gara. Indaghiamo nell’oltresport: cosa succede agli sportivi dopo il ritiro?
Il ritorno di un “romantico del calcio” che sceglie di lavorare per un’azienda additata come “fredda calcolatrice”: i risvolti di Jürgen Klopp alla Red Bull.
Le rubriche di SPORTERZ: non è tutta colpa dell’acido lattico, quindi rassegniamoci a soffrire; la mamma che ha salvato gli affari di Michael Jordan e poi notizie curiose su eventi e protagonisti con qualche link per approfondire.
Il mondo dello sport saluta la fine della carriera di due campioni spagnoli: Andrés Iniesta (1984), uno dei calciatori più forti di tutti i tempi, e il tennista Rafa Nadal (1986) con 22 slam vinti in carriera. "Un giorno tornerò in blaugrana, e cercherò di dare al club tutto quello che ho dato da calciatore, ma in un altro ruolo", dice in lacrime Iniesta che sta già studiando per fare l'allenatore. Nadal si concede un ultimo giro alla Final 8 di Coppa Davis, a Malaga, dal 19 al 24 novembre.
L’oltresport. Si dice che uno sportivo professionista “muore due volte”: la prima quando annuncia il ritiro dall’agonismo. Un momento forte, dove convivono il dolore e il senso di perdita. Spesso, da parte degli sportivi al top nelle loro discipline, si aggiunge l'incapacità di lasciar andare la loro vita da professionisti. C’è spesso paura e confusione. Perché? Una ricerca del 2012 dice che un atleta della classe élite si allena per 6 ore al giorno, 6 giorni alla settimana, 12 mesi all'anno. Non c'è tempo per un'esperienza lavorativa, poco tempo per lo studio o la pianificazione della propria carriera dopo il ritiro. La storia dello sport ha molti casi di ritiri e ritorni, alcuni vincenti e altri no. Alcuni legati a necessità economiche e altri legati al puro agonismo.
Due tipi di fine carriera. C’è quella pianificata, quando un atleta decide autonomamente che è il momento di voltare pagina; quella non pianificata e improvvisa che si verifica a causa di un infortunio serio o al taglio da una squadra, lega o classifica di merito. Studi hanno dimostrato che gli atleti che hanno pianificato in anticipo il loro ritiro avevano una maggiore consapevolezza emotiva e comportamentale verso l’oltresport. Come nel caso di campioni e sportivi con una lunga carriera, che supera l’età di 34 anni. Iniesta, Nadal e Hirscher rientrano in questa logica. Ma con differenti obiettivi.
Tempi supplementari. Uno studio dell’Aic, l'Associazione italiana calciatori, racconta la vita dopo il ritiro intervistando 1.000 ex professionisti nel 2017. La miglior stagione della carriera è quella giocata in un lasso di tempo tra 26 e 28 anni. In media circa 7 anni prima del ritiro. Più della metà degli intervistati ha vissuto l’addio in modo negativo, con sentimenti che vanno dalla tristezza alla confusione. Il 59% di loro non si è preparato e non ha chiesto aiuto. Gli italiani nell’oltresport puntano su famiglia e a un ruolo da allenatore. Da questo punto di vista Iniesta è allineato al trend.
Dare valore al processo. Apolo Ohno (1982), pattinatore americano di short track, dopo un'incredibile carriera da atleta - 8 medaglie olimpiche e 23 mondiali - si è trovato di fronte alla domanda: “E adesso?”. Nel suo libro "Hard Pivot" spiega come affrontare "il grande divorzio" da una vecchia identità: quella dell'atleta professionista. “Hai fatto qualcosa per tutta la vita; pensi che sia ciò in cui sei bravo, ciò in cui hai esperienza. Potresti non credere di poter fare altro. Eppure la realtà è che il corpo, la mente e lo spirito sono così resilienti e adattabili; devi permettere all'adattamento di accadere”. Come si fa? Nadal ha da tempo avviato attività imprenditoriale nel tennis e in altri settori.
Mostrare la vulnerabilità. Il documentario "Federer: Twelve Final Days" ci spiega bene questo concetto, perché esplora gli ultimi 12 giorni da professionista del tennista svizzero. Roger Federer è disposto a mostrare la sua vulnerabilità e la sua emotività di fronte alla telecamera. Persino lo spagnolo Rafa Nadal ci mostra il suo dolore sapendo che sta perdendo il suo principale concorrente, colui che ha spinto le sue abilità al limite. Per Nadal prevedo commozione generale a Malaga il giorno del suo addio.
Crescita personale. Serena Williams ha detto a Espn che si stava allontanando dal tennis. Una frase forte, perché indica che sta lasciando qualcosa spostandosi su altro: “Sento di aver dedicato così tanto della mia vita al tennis, tutta la mia vita, che è tempo di fare qualcosa di diverso per me e anche di lavorare su altre cose”. Nel processo di addio c'è un percorso di crescita favorito anche dalla nascita della figlia. Su questo punto Nadal ci sta già lavorando da qualche anno.
Vado e torno (male). Björn Borg (1956) è stato uno straordinario tennista capace di vincere per 3 anni consecutivi Roland Garros e Wimbledon. Si ritira a soli 26 anni nel 1983. Ma di fatto molla il colpo già nel 1981, a 24 anni. Il suo più grande avversario, l'americano John McEnroe, prova inutilmente a farlo tornare nel 1984. Borg torna nel 1991, ma in 2 anni colleziona 12 sconfitte ai primi turni di tutti i tornei. Glaciale e implacabile in campo, fragile nel quotidiano tra affari andati male e vita privata piuttosto travagliata. Si mormora che il rientro fosse dettato da una bancarotta.
Vado e torno (bene). Il nuotatore americano Michael Phelps (1985) si è ritirato dall'attività agonistica due volte: la prima per 1 anno e 8 mesi. Dopo Sydney 2000, Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012 dice basta. Si dedica al poker e al golf. Mette su 15 chili. Ci ripensa e annuncia il ritorno. A Rio 2016 vince ancora e annuncia definitivo: "Il mio corpo ha dato tutto". In carriera ha vinto ben 82 medaglie in carriera: 65 ori, 14 argenti e 3 bronzi tra Olimpiadi, Campionati del Mondo e Campionati Pan Pacifici. Phelps ha pianificato tutto con il suo allenatore Bob Bowman, giorno per giorno, dal rientro in gara ai Giochi in Brasile.
Primo comeback. Siamo nel mondo degli sport invernali, lo sci alpino. Nella Coppa del mondo in partenza il 27 ottobre si prevedono due rientri. Il primo è del norvegese Lucas Pinheiro Braathen (2000), vincitore della Coppa del Mondo di slalom speciale nel 2023. Dopo un anno di stop rientra con i colori del Brasile grazie alla nazionalità della mamma. Il motivo del primo ritiro è dovuto ai contrasti con la Federsci della Norvegia in merito ai contratti di sponsorizzazione personale. Un ritiro che fin da subito è apparso come un anno sabbatico per avere il via libera al cambio di nazione.
Doppio comeback. Possibile anche un ritorno del fuoriclasse austriaco Marcel Hirscher (1989) che dopo aver vinto 8 Coppe del mondo, 5 titoli mondiali e 2 olimpici ha annunciato l'intenzione di riprendere a gareggiare rappresentando i Paesi Bassi, nazione di origine della madre. A conti fatti si tratta però di un escamotage per avere un team privato finanziato dalla Red Bull e accessoriato con materiali Van Deer (partnership tra la sua azienda di sci e la bibita energetica). Intanto si vocifera di un ritorno anche per l’americana Lindsey Vonn. Che dire? Wow, la potenza degli sponsor.
Giocare non è allenare. Iniesta sarà un bravo allenatore? Le esperienze sul campo offrono ai giocatori un'ottima opportunità di imparare dai propri allenatori. È un privilegio, ma non basta e bisogna fare esperienza con le innumerevoli ore dedicate alla pianificazione e alla preparazione, la complessa orchestrazione degli impegni in tutti gli aspetti della squadra e impegnarsi in confronti stimolanti con lo staff.
La conclusione di uno studio è che per allenare bisogna migliorare qualifiche ed esperienze da coach. Un’attività che prevede tempo per lo studio e la pratica sul campo. Aspetti che un calciatore di primissimo livello, magari con una carriera longeva, non può permettersi. Quale esperienza è necessaria prima di diventare capo allenatore per avere successo? In Belgio hanno varato una formula. Molta sort, Andrés!
E il business? Rafa Nadal ha detto che dopo il ritiro vorrebbe diventare presidente del Real Madrid, la squadra per cui tifa. Ma non si capisce se sia una battuta. Sicuramente la sua strada nell’oltresport è quella da imprenditore. A Manacor, sua città natale, ha aperto un'accademia per tennisti. Che poi è diventato un network mondiale. Già 10 anni fa ha investito nella ristorazione a Madrid aprendo poi ristoranti a Ibiza, Beverly Hills, Dubai, Riyad, Città del Messico e Valencia. Nel settore alberghiero ha una catena di alberghi tra Messico e Mediterraneo. Nel mercato dei profumi ha una sua linea molto apprezzata ed è anche uno dei principali azionisti di una società di produzioni tv. Buena suerte Rafa!
Sportivi, in fondo non è colpa dell’acido lattico
Nonostante il cambio di stagione si continua a correre, andare in bici e fare attività. Qualcuno forse inizia adesso o riprende dopo la pausa estiva. Dopo l’allenamento però si fanno in conti con i dolori muscolari. Stretching, allungamenti, docce fredde, massaggi. Ma il fastidio resta. Francois Dernoncourt e Clemente Naveilhan, ricercatori dell'Université Côte d'Azur, in Francia, hanno fatto studi e sono arrivati a conclusioni spietate.
Salire le scale diventa una via crucis con i muscoli che urlano vendetta. I dolori compaiono in un arco di tempo che va dalle 24 alle 48 ore dopo un allenamento intenso. Non è ancora chiaro per la comunità scientifica perché compaia il fastidio. Una cosa è certa: l’acido lattico non ha alcuna rilevanza. Bisogna indagare nelle fibre muscolari.
Una risposta certa è che dopo un esercizio intenso si possono riscontrare microlesioni nei sarcomeri, le unità più piccole del tessuto muscolare striato. Queste microlesioni innescano una serie di fenomeni fisiologici nelle ore e nei giorni successivi all'esercizio, come la fuoriuscita di enzimi e proteine dalle cellule muscolari danneggiate.
Le microlesioni provocano anche impatti funzionali: perdita di forza, aumento della rigidità e gonfiore del muscolo. Ma la sensazione di dolore non esiste nel muscolo stesso, ma deriva dall'interpretazione dei segnali di allarme ricevuti dal cervello tramite il sistema nervoso centrale. Anche se l'entità del danno muscolare è la stessa, ognuno ha una percezione diversa del dolore.
Attenzione: lo stretching prima o dopo un allenamento non previene il dolore: sfatiamo un altro mito degli sportivi amatoriali. L'allenamento graduale e la pazienza sono fondamentali per evitarlo e gestirlo. Il muscolo è un organo altamente adattabile e l'essere già stato sottoposto a un esercizio lo rende molto più resistente ai danni muscolari presenti e futuri.
Hai una storia personale da condividere? Scrivimi e racconta!
Da AMA LA MAGLIA
Abbiamo parlato di tanti campioni e dei loro ritiri e qualche ritorno. Michael Jordan è tornato 3 volte a giocare nella NBA, la prima con successo. La seconda no e anche le sue attività nel dopo basket non sono pari ai trionfi con i Chicago Bulls.
Però ha cambiato per sempre la storia di questo sport, a partire da un accordo che non voleva firmare con Nike. Racconto la storia in questo post.
Set POINTZ
Il francese So Foot si domanda: "Klopp si è tirato la zappa sui piedi?". Se vogliamo anche il suo sarà un ritorno dopo l’addio alla panchina del Liverpool. Quello che per molti è un “romantico del calcio” sarà Head of Global Football di Red Bull dal 2025. Smascherando l’inganno di un allenatore molto più nel sistema di quanto facesse credere, come evidenzia la newsletter Il palo di Rensenbrink.
Match POINTZ
Antoine Griezmann (1991) gioca con le scarpe della Decathlon da 60 euro. L'attaccante francese dell'Atletico Madrid ha chiuso con Puma e i nuovi scarpini, tutti neri, sono i Blackout Kipsta CLR.
Nelle regate di America's Cup di vela tra Team New Zealand e Ineos Britannia c'è un dettaglio importante: l'imbarcazione dei Kiwi esce in mare scortata da una waka, cioè una canoa maori con equipaggio composto da membri della tribù Ngāti Whātua Ōrākei iwi. Che eseguono anche una haka benaugurante.
Jessica Campbell (1992) ha debuttato come vice-allenatore dei Seattle Kraken nella NHL di hockey su ghiaccio. Era già stata la prima donna su una panchina nell'American Hockey League con i Coachella Valley Firebirds nel 2022.
Brittney Griner, star del basket femminile in America, racconta nel libro "Coming Home, Tornare a Casa" la sua detenzione in Russia dal febbraio 2022 fino alla liberazione avvenuta grazie a uno scambio con un prigioniero russo negli Usa.
La scuderia Benetton provò l'intelligenza artificiale in Formula 1 verso la fine degli anni 90. Lo rivela Pat Symonds, ex Chief Technical Officer. Volevano utilizzare le reti neurali per migliorare la dinamica del veicolo, in base ai dati raccolti. Ma all'epoca mancava potenza di calcolo per riuscirci.
Domenico Pozzovivo (1982) dopo 20 stagioni lascia il ciclismo professionistico. Al Giro d'Italia del 2010 avevo seguito la sua squadra, la Colnago CSF Inox, con la redazione di CNR Media per lo speciale della syndication radio. Memorabili le interviste al telefono per scoprire la routine del pre e dopo tappa, compresa la pasta con la marmellata!
Katie Archibald gareggerà ai campionati mondiali di ciclismo su pista a Ballerup, in Danimarca. Leggere questa sua intervista al Guardian e sapere quello che le è successo nell'ultimo anno fa ripensare a qualsiasi stereotipo sulla resilienza.
In apertura elaborazione su foto di Stuart Timms da Unsplash