POTUS: potere dello sport e lo sport del potere
Come hanno usato lo sport i presidenti Usa? Un viaggio nel tempo
Oggi parliamo di:
Trump torna alla Casa Bianca e sarà lui a inaugurare Mondiali 2026 di calcio e Olimpiadi 2028: cosa aspettarsi?
I segreti del biohacking di LeBron James: ci sono abitudini no cost che possiamo imitare anche noi!
Le rubriche di SPORTERZ: il look dei Giochi invernali di Milano Cortina 2026, i numeri sulle maglie da calcio li hanno messi per primi gli americani e poi notizie curiose su eventi e protagonisti con qualche link per approfondire.
Nella corsa alla Casa Bianca, quasi il 95% dei contributi elettorali donati dai proprietari delle principali leghe sportive americane è andato ai Repubblicani. Cioè a supporto dei comitati elettorali a supporto di candidati del Gop (Grand Old Party) e quindi di Donald Trump: lo riporta il Guardian. Tutti hanno messo le mani avanti, perché lo sport è soprattutto business e quindi gli imprenditori hanno fiutato dove sta tirando il vento e togliersi problemi in futuro. Perché qualcosa è cambiato.
Come si è intrecciato, nei secoli, il rapporto tra l'inquilino della Casa Bianca e lo sport? Trump è e sarà una mosca bianca o solo uno dei tanti che si sono serviti dello sport per scopi politici. Vediamo quali sono i punti storicamente salienti prendendo spunto dal numero di luglio di International Affairs della Edinburgh University Press dal titolo "Sports and the American presidency: from Theodore Roosevelt to Donald Trump" curato da Adam Burns and Rivers Gambrell.
Lo sport era praticato dalle élite negli Stati Uniti d’America e spesso ripreso da tradizioni anglosassoni. Il primo presidente George Washington (1732-1799) nel 1789 pare stesse giocando a una specie di baseball quando fu avvisato dell’elezione. Stessa leggenda circola anche per Abraham Lincoln nel 1861. Il primo presidente a colmare la distanza tra sport, atleti e tifosi su William Howard Taft (1857-1930): invitato il 14 aprile 1910 alla partita di baseball tra i Washington Senators e i Philadelphia Athletics venne, fuori dal protocollo, invitato a salire sul monte di lancio e lui si fece passare una palla per provare un lancio. Taft era piuttosto corpulento (sfiorava i 200 kg di peso) e ben visibile dal pubblico, che apprezzò. Dando il via a una tradizione nella Mlb e a un forte legame tra il baseball e la Casa Bianca.
È però Theodore Roosevelt (1858-1919) il primo presidente a portare lo sport come esempio di vita sana agli occhi dell'opinione pubblica. Odiava il baseball, che considerava uno sport da mollaccioni. Era un sostenitore del football americano, una disciplina dura e violenta che allena alla vita e alla guerra. Per Roosevelt bisognava scongiurare una generazione di giovani deboli e avvezzi alle mollezze della vita da salotto per far progredire la nazione ed essere riconosciuti a livello mondiale come "forti". A lui si deve la nascita una riforma delle regole del football (il passaggio “in avanti”) e la nascita della NCAA per scongiurare un’ecatombe di atleti: il Chicago Tribune scrisse che, solo nel 1904, ci furono 18 morti e 159 feriti gravi tra i giocatori.
Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) non fu un grande sportivo da giovane, ma rimane un presidente molto amato e l'unico a fare 3 mandati (morì all'inizio del quarto). Portò gli Usa fuori dalla Grande Depressione degli Anni 30 e dalla Seconda Guerra Mondiale nei 40. Dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbor e l'entrata in guerra gli fu chiesto se sospendere o meno il campionato di baseball. “Sinceramente, penso che sarebbe meglio per il paese continuare a far andare avanti il baseball”, fu la sua risposta con la ulteriore richiesta di organizzare più partite serali per far partecipare anche chi era al lavoro durante il giorno.
John Fitzgerald Kennedy (1917-1963) era decisamente un uomo giovane in confronto ai suoi omologhi del tempo nati nel 1800. Sportivo e praticante fin da ragazzo era particolarmente preoccupato per la forma fisica e la salute degli americani: due elementi che considerava essenziali per la superiorità americana nella Guerra Fredda contro l'Urss. Infatti nel suo programma politico inserì l'educazione fisica obbligatoria in tutte le scuole. Rilanciò anche la Coppa America di vela coinvolgendo il suo amico Giovanni Agnelli, che stava cercando di lanciare la Fiat negli Usa (il sindacato di Azzurra gareggerà nel 1982).
Richard Nixon (1913-1954) fu il primo presidente a impegnarsi nello sport come tifoso. Secondo lo storico Jesse Berrett, Nixon usò il football per scopi politici schierandosi dietro quella che chiamava “la vera America”. Ma alla base della sua passione c'era studio e conoscenza del gioco, tanto da essere accreditato come potenziale commissario della Mlb se non fosse diventato un politico. Era amico di dirigenti e di molti giocatori e stimato per la sua competenza.
Nixon viene però ricordato soprattutto per il suo viaggio nella Cina comunista, il 21 febbraio 1972, che nacque da un caso fortuito l’anno prima: la squadra americana di ping pong era a Pechino e durante un trasferimento uno degli atleti perse il bus e accettò un passaggio da quello dei cinesi. Nacque così un’amicizia spontanea con scambio di doni e fotografie divertite, che spianarono la strada al disgelo tra Usa e Cina.
Jimmy Carter (1924) è il vecchio leone democratico, il presidente Usa più longevo e ha tagliato il traguardo dei 100 anni lo scorso ottobre. Nato e cresciuto nella Georgia rurale non praticò uno sport in particolare, ma contribuì alla diffusione del concetto di benessere e di vita frugale. Il jogging in maglietta e pantaloncini alla Casa Bianca colpì l'America del tempo: correva allo sfinimento nei suoi allenamenti. Nell'ottobre 1979 si temette il peggio: il presidente crollò a terra in una gara di 6 miglia. Fu solo un “calo di zuccheri” e dopo 90 minuti terminò la corsa. Ma il suo stile di vita frugale e dedito al sacrificio non gli valse molte simpatie e non fu rieletto: al suo posto il cowboy ed ex attore Ronald Reagan. Anche se il jogging iniziò proprio durante il suo mandato a prendere piede tra la gente comune.
Bill Clinton (1946) portò proprio la corsetta al next level e dal jogging per restare in forma passò al running per dimagrire. Sovrappeso, narciso e un po' prepotente non correva mai da solo obbligando il vicepresidente Al Gore a seguirlo. Anche se erano famose le soste al McDonald's per uno spuntino veloce. Non riuscì a fermare lo sciopero della Major League Baseball e salvare il “passatempo nazionale”, dimostrando che anche la persuasione presidenziale può far poco davanti alle richieste dei proprietari delle franchigie. Stagione interrotta il 12 agosto 1994 e ripresa dopo 234 giorni, ma senza playoff e World Series e con una riduzione di partite della stagione 1995.
Barack Obama (1961) fu definito dalla Men’s Fitness “il presidente più in forma della storia”. Lui andava in palestra a fare due tiri a canestro appena poteva (con tanto di post social). Il primo presidente afroamericano è un fan sfegatato di basket con il nickname “Barry O’Bomber”, per il suo tiro in sospensione, ai tempi del liceo. La pazzia di marzo. I più critici dicevano che Obama si servì del basket per fini politici visto che è lo sport dove la comunità afroamericana ha trovato una via di fuga dal razzismo. Ma Obama, ne va dato atto, è un esperto di basket e lo dimostrava in occasione del finale di stagione della NCAA con le sue previsioni prima della March Madness.
Sport e politica sono interconnessi. Lo sport è soft power e genera influenza, ma da forza persuasiva ispirazionale può diventare anche aspirazionale e forza coercitiva. Qualcosa lo abbiamo visto durante il primo mandato di Trump alla Casa Bianca. Ha spesso commentato con un laconico “gli sportivi pensino solo allo sport” presidiando le discussioni sui temi più scottanti per essere rilevante senza rivali.
Nel prossimo mandato aprirà i Mondiali di calcio uomini organizzati dagli Usa con Canada e Messico nel 2026 e le Olimpiadi di Los Angeles 2028. Inoltre sarà inaugurata nel 2026 la lega di baseball pro femminile WPBL dopo i successi di WNBA (basket) e la NWSL (calcio) ci saranno anche i Mondiali di calcio donne in Brasile nel 2027. Più varie ed eventuali come i Giochi invernali di Milano Cortina 2026.
Donald Trump (1946) ha un rapporto intricato con lo sport. Praticato, organizzato e soprattutto manipolato per fini commerciali (prima) e politici (adesso). Trump è stato un atleta di buon livello ai tempi del college alla New York Military Academy: ha giocato a football, baseball e soccer. Il golf è la sua attività ricreativa preferita e questo lo mette insieme a tanti presidenti americani. Da magnate dell’edilizia ha organizzato tornei di golf, incontri di boxe e rilanciato la MMA, cioè gli incontri negli Usa di arti marziali miste. Ha sponsorizzato una corsa a tappe in bicicletta a fine anni 80: il Tour de Trump.
Da presidente lo ricordiamo in polemica con tutto e tutti: la Nfl, la Nba e anche la Mlb; con campioni come Colin Kaepernick, LeBron James, Megan Rapinoe e Imane Khelif. Qualcuno sostiene che aiuterà la Russia a rientrare nel panorama sportivo mondiale e altri sostengono che sia l’unico che può assestare la partnership tra il circuito PGA Tour e la LIV Golf saudita. Altri sono certi che la sua presenza ingombrante allontanerà degli sponsor dal Mondiale di calcio 2026 per via delle sue politiche sull'immigrazione e le tensioni diplomatiche con il Messico sul famoso muro.
Trump ha promesso di vietare a tutte le donne transgender di partecipare alle competizioni sportive femminili e in passato ha condannato le squadre trans-inclusive, sostenendo che rappresentano una minaccia per lo sport femminile. Il Cio ha invece a cuore proprio l'inclusione e l'accoglienza anche di atleti rifugiati. A Los Angeles 2028, Giochi organizzati in California, stato che non l'ha votato per la Casa Bianca, cosa succederà? Senza dimenticare che potrebbero esserci anche tensioni con la comunità paralimpica dopo l'uscita del 2018 nella quale ha detto che le Paralimpiadi di Pyeongchang erano “difficili da guardare”.
Lo sport statunitense tornerà a essere politicizzato? Riguardiamo il dato iniziale: il 95% delle decine di milioni di dollari donati negli ultimi anni dai proprietari di squadre sportive dei principali campionati professionistici degli Stati Uniti sono andati ai candidati e comitati elettorali dei Repubblicani. Per uno showman come Trump, il palcoscenico è pronto: userà lo sport per polarizzare l’opinione pubblica statunitense, per cercare consenso e per sviare da situazioni spinose. Ma non intralcerà gli affari.
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Sportivi, in fondo LeBron spende 0 dollari per essere al top
La star del basket LeBron James (1984) spenderebbe 1,5 milioni di dollari all'anno per prendersi cura del suo fisico. La notizia è del 2016 per voce di Bill Simmons in un podcast: avrebbe ricevuto l’entità della cifra da una fonte vicina al giocatore. Nella docuserie Starting 5 di Netflix proprio LeBron, chiamato in causa per commentare la notizia, dice: “Mi viene da ridere (riferito ai soldi). È una cifra che non rivelerò”. Parere personale: rispetto a quanto guadagna mi pare anche poco. Indubbiamente la sua routine per il biohacking è da vip. Ci sono spunti interessanti.
Sveglia alle ore 6:30. Tutti i giorni, anche in vacanza. Pisolino sempre tra le 12 e le 14. A letto presto, in una stanza fresca e senza esporsi alla luce dello schermo di un device.
Dieta bio. Cereali integrali senza zuccheri aggiunti, nessun fritto e cibo ultra processato. A colazione mangia albumi in padella con salmone affumicato, pancake senza glutine con frutti di bosco; a pranzo prosegue con pasta integrale, salmone e verdure e a cena si concede del pollo con insalata di rucola. E un bicchiere di vino rosso, un cabernet.
Bagno freddo. Sempre 15 minuti al mattino (il cold plunge a circa -2°C) prima degli allenamenti in palestra. Poi c’è la crioterapia con sedute di pochi secondi in una cella a -155° C, che servirebbe per rilasciare endorfine e ridurre lo stress ossidativo.
Hi-tech. Fa terapia con luce rossa che serve per riparare i tessuti profondi, aiutando ad alleviare i dolori muscolari e le infiammazioni. Poi entra in una camera iperbarica per ossigenare il sangue. Indossa pantaloni a compressione muscolare.
Tirando le somme anche noi, come LeBron, possiamo: mettere la sveglia alle 6:30, gettarci in una vasca o in doccia con l’acqua fredda, mangiare proteine a colazione, evitare i cibi ultra processati, fare potenziamento dei muscoli del Core (addome, vita, schiena, glutei e fianchi), dormire 10 ore al giorno e bere un bicchiere di vino rosso a cena! Il tutto a prezzo veramente nullo, o quasi!
Hai una storia personale da condividere? Scrivimi e racconta!
Da AMA LA MAGLIA
I primi calciatori a indossare numeri sulla maglia da calcio sono stati nel 1924 i Vesper Buick nella finale di US Open Cup contro i Fall River Marksmen a St. Louis. Stati Uniti d’America. La data esatta: 30 marzo 1924. In Inghilterra non si usavano e arriveranno il 25 agosto 1928 indossati dall’Arsenal contro lo Sheffield Wednesday. La prima partita con entrambe le squadre numerate: la finale di FA Cup tra Manchester City ed Everton nel 1933.
Su Ama la Maglia, il mio blog dedicato alle divise sportive, ti aspettano 1.500 post con tante storie e curiosità.
Set POINTZ
Presentato il Look of the Games dei Giochi invernali di Milano Cortina 2026. Un look che guarda al futuro, animato e più digitale: nemmeno a Parigi abbiamo visto grafiche animate sui luoghi di gara. Svelati anche i pittogrammi dell'edizione 2026 dei Giochi.
Match POINTZ
La soap opera milanese “San Siro” è arrivata all'ennesima puntata: Milan e Inter hanno manifestato l'intenzione di comprare l'area, costruire un nuovo stadio e poi abbattere quello vecchio. Prossima puntata: l'Agenzia dell'Entrate dirà che l'area costa 200 milioni. Cosa faranno Milan e Inter? Lo sapremo nella prossima puntata!
Due settimane fa avevo parlato di maratona e del perché l'uomo corra per 42 km. Una risposta coerente alle conclusione è la vicenda del runner Matthew Choi: è stato squalificato a New York per aver violato il codice di condotta. L'influencer texano ha gareggiato con due persone al seguito su una e-bike per filmarlo. Postando live la sua performance.
Ai Giochi estivi di Los Angeles 2028 tornerà il cricket: l'ultima apparizione nel 1900. A quanto riferisce l'agenzia di stampa britannica PA le partite si giocheranno però a New York, praticamente sulla costa Est. Motivo? La diretta in India e Pakistan, che così potranno seguire l'evento alle 20 ora locale invece che alle 23.
Intanto l'australiana Rachael Gunn, aka “Raygun”, non parteciperà più a gare di break dance. Sulla sua scelta pesano le (pesanti) critiche, bullismo e molestie dopo la gara ai Giochi di Parigi 2024. Ok, è stata buffa e goffa, ma come la mettiamo con il motto su quanto sia più importante partecipare che vincere?
Un rapporto del New Weather Institute (NWI) dice che le aziende petrolifere spendono circa 5,6 miliardi di dollari in sponsorizzazioni sportive. Il gigante saudita Aramco guida la classifica con 1,3 miliardi, poi la petrolchimica britannica Ineos con 777 milioni. Quest’ultimo marchio lo vediamo spesso tra ciclismo, vela e motori.
Ho lavorato con Ivan Guerci per due anni, nei primi Duemila. Ogni tanto raccontava le sue esperienze con il Milano Baseball, come la Coppa delle Coppe vinta in Svezia nel 1992 con un suo punto decisivo. Ci ha lasciato settimana scorsa. Ciao Ivan, grande cuore del Milano e del baseball!