Il milkshake fotogenico per dimenticare il baseball
Nel Southside di Chicago, tra i White Sox e l'infamia assoluta, spopolava un frullato
Oggi parliamo di:
Si è chiusa la regular season della MLB, il campionato di baseball pro. A Chicago si è stabilito il nuovo record di partite perse in stagione con i White Sox. Ma noi parliamo del milkshake che ha conquistato i tifosi.
Due focus: il primo è sull’indagine delle curve a San Siro con un articolo molto bello da Fubolitix di Giovanni Armanini; il secondo è sulla maglia blu del Brasile usata nella finale dei Mondiali del 1858 in Svezia.
Le rubriche di SPORTERZ: ci provi, ma non sei soddisfatto della tua forma fisica: benvenuto nel club! Poi notizie curiose su eventi e protagonisti con qualche link per approfondire.
Ho da sempre la convinzione che gli americani vadano a vedere le partite di baseball per mangiare e bere senza ritegno. C'è una notizia che mi ha riportato con la memoria a un mio viaggio nel 2011 a Chicago e nel Midwest, lungo la costa Est del lago Michigan durante la stagione del baseball e il Memorial Day. Giorni di gite, birra e partite in tv e soprattutto di s’more e toffolette!
Voglia di qualcosa di sfizioso? L'indirizzo più gustoso della stagione regolare del baseball MLB in America è stato: 333 West 35th Street, Chicago. Non è un ristorante, ma il Guaranteed Rate Field dove giocano i White Sox, una delle due squadre della città (l'altra sono i Cubs, che giocano al Wigrely Field in 1060 West Addison Street e dei quali sono un tifoso, nel limite di quanto io possa essere un fan del baseball). Nota importante: nel Southside di Chicago l’impianto lo chiamano ancora Comiskey Park fregandosene bellamente dello sponsor principale dell'impianto.
Cos'è il Campsfire Milkshake. Una cometa dolciaria, che si pensava dovesse essere solo una parte del menù per i tifosi vip allo stadio, diventa l'oggetto del desiderio dei tifosi durante la peggior stagione della storia della franchigia. Con il record di peggior squadra di sempre nell'era moderna del baseball (ne parliamo dopo) per sconfitte. Ma a differenza del passato, i social media hanno contribuito al successo tra i tifosi del Campfire Milkshake dei Chicago White Sox, pur di non parlare di baseball.
La ricetta non è un segreto. Gli ingredienti di questo concentrato di buonumore sono: 2 palette di gelato al cioccolato belga, una tazza di latte intero, un cucchiaio di polvere di latte condensato, cioccolato liquido, cracker dolci Graham sbriciolati, guarnizione di panna montata, marshmallow flambati e una stecca di cioccolato Hershey. Il tutto servito in una replica di plastica di un bicchiere da gelato anni 60, con cioccolato fondente che cola dall'orlo.
Ingredienti e prezzo. Il bicchiere da 16 once, personalizzato con logo dei White Sox, equivale a circa 450 grammi di frullato, ma bisogna considerare il bordo in cioccolato che aggiunge peso. Costa 16,61 dollari che attualmente corrispondono a 15 euro e 5 centesimi. Quante calorie? Siamo intorno alle 1.000 kilocalorie, cioè circa la metà del fabbisogno giornaliero di una persona adulta. Gli zuccheri dovrebbero essere 110 grammi e i grassi 70 grammi (valori presi da un milkshake con ingredienti simili). Un junk food travestito da comfort food. Per tifosi delusi.
Bicchiere molto social. Sempre su X ci sono due risposte molto divertenti e sarcastiche sotto la foto di un bicchierone di Campfire Milkshake dei White Sox. "Costa 16 dollari sùbito e 35 dollari al mese di insulina, per tutta la vita"; "la seconda decisione pessima dopo quella di essere un tifoso dei White Sox". Qualcuno ricorda che nel Midwest è in corso una vera e propria epidemia di diabete di tipo 2 e che, con un frullato di quel genere, l'emoglobina glicata schizza a livelli da record del mondo. Altri commentano che è buono, ma niente di che. Qualcuno ha chiesto di averlo anche per la stagione del football NFL al Soldier Field, dove giocano i Chicago Bears.
Il segreto del suo successo. Andiamo con ordine, perché la storia dei milkshake allo stadio dei White Sox inizia nel 2022. Il primo è un beverone al gusto orzata (sciroppo ricavato dalle mandorle) e churro, che sono quei filoncini spagnoli fritti e mangiati con il cioccolato fuso. Poi nel 2023 arriva la Magonada, cioè frullato con gelato al mango, mango a pezzetti, salsa chamoy (salsa agrodolce messicana con frutta secca), lime e peperoncino servito con una cannuccia edibile al tamarindo. Poi tocca al 2024 con la presentazione del Campfire Milkshake al media day dei White Sox. Viene accolto con entusiasmo, perché praticamente ricorda il s'more che è un marshmallow scaldato sul fuoco e messo tra due biscotti integrali con un pezzo di cioccolato. Non c'è persona negli USA che non conosca questo snack, che si mangia da ragazzi campeggiando nei boschi davanti a un falò. Lo faceva anche Snoopy e chiamava il marshmallow con il neologismo toffolette.
Uno snack che conoscono tutti. "Credo che sia stata la sua riconoscibilità. Tutti hanno mangiato uno s'more. E poi ho portato la cosa al livello successivo, immergendo tutte le tazze nel cioccolato. Sembra davvero molto fotogenico", ha detto Ross Virando al sito The Athletic. Ross è il direttore food and drink dei Chicago White Sox. Inizialmente aveva previsto la distribuzione del Campfire Milkshake solo nel clubhouse (cioè l'area vip) dello stadio. Visto l'interesse di tutti i tifosi ha deciso di venderlo anche al Vizzy View Bar e allo Stadium Club. Limite massimo di preparazioni: 300 a partita. Bisogna pagare alla cassa, ritirare lo scontrino e dirigersi ai banchetti che preparano il milkshake al momento. Record di vendite: 453 bicchieri il 15 aprile, cioè il 2,5% del pubblico allo stadio ne aveva uno in mano. Giovedì 26 settembre i frullati sono andati esauriti in 40 minuti.
Due record: il secondo è vergognoso. Il sito Eater, sezione di Chicago, ha raccolto la testimonianza di un dipendente del Vizzy View Bar: "La squadra ha guadagnato circa 500.000 dollari con le vendite del Campfire Milkshake questa stagione". Sono circa 453.000 euro. La cifra potrebbe non essere corretta, ma non va molto lontano dalla verità visto che sono in media 412 frullati a partita, per 81 partite. Non ci sarà la post season, perché la squadra ha stabilito il record storico di sconfitte: 121. Le vittorie sono 41. Peggio di loro avevano fatto, in tempi moderni, i New York Mets con 120 sconfitte nel 1962, ma con l’attenuante di essere alla prima stagione nella MLB e quindi con una squadra fatta di giocatori scartati dalle altre squadre. Bisogna andare al 1899 con i Cleveland Spiders e la loro stagione da 134 sconfitte. Ma ai tempi non c'erano i social media e quindi non si potevano creare distrazioni con milkshake instagrammabili!
Quanti frullati per restare a Chicago? La proprietà della squadra non è amata dai loro tifosi. A febbraio la dirigenza ha lanciato l'idea di chiedere un finanziamento pubblico di 1 miliardo di dollari per rifare lo stadio. Abbiamo visto settimana scorsa a Oakland che i soldi della municipalità, in questo momento storico, non vengono destinati a opere del genere. Quindi potrebbero trovare il modo di vendere 67 milioni di Campfire Milkshake per raggiungere quella cifra, magari organizzando una gigantesca vendita in città e lungo il lago Michigan! Scherzi a parte, forse c'è un progetto di spostare la squadra a Nashville: nonostante le smentite pare che il proprietario dei White Sox abbia recentemente incontrato il sindaco della capitale del Tennessee.
I dolci sono un vizio della Wind City. Brach, Mars, Wrigley: nel 1893 a Chicago c'erano oltre 100 aziende dolciarie che producevano caramelle, gomme da masticare e barrette al cioccolato. Alcune nel tempo sono fallite e altre si sono fuse tra loro. I chicagoan sono degli "sweet tooth", come chiamano i golosi da quelle parti. Per approfondire questo aspetto vi consiglio il documentario della PBS della serie Chicago Stories dal titolo Candy Capital.
Sportivi, in fondo la soddisfazione dura poco
Su nessuna lapide al cimitero c’è scritto "era molto sano", come ricorda James Parker rispondendo a un lettore su The Atlantic. Ma noi umani del XXI secolo idolatriamo la salute, quella nostra personale (chissenefrega di quella degli altri). Ma non siamo mai soddisfatti dei traguardi raggiunti. Perdiamo tempo per informarci, spendiamo soldi per riuscirci e per curare la nostra frustrazione nel non esserci riusciti. Cosa cerchiamo e quanto pensiamo sia giusto spendere per raggiungerlo?
Metti via la carta di credito. C'è una regola empirica per quanto riguarda il benessere: è tutto gratis. Rinunciare a fumo, alcol, spegnere lo smartphone e dormire 8 ore ogni notte è gratis! Correre o camminare veloce per 5 km, le docce fredde al mattino (brrrrr), la meditazione e la respirazione profonda, le flessioni e gli addominali sono tutte attività gratuite.
Come ti senti, oggi? Impariamo a gestire i nostri stati d'animo, le nostre emozioni e le nostre reazioni. Altrimenti c'è un prezzo da pagare, soprattutto quando qualcuno dall'esterno tocca il mito del nostro essere perfetti.
Occhio ai costi nascosti. Quali sono? Il costo è l'abbonamento in palestra mai usato, la techno-cyclette in cantina a prendere polvere, l'app sullo smartphone silenziata, il tempo perso a sentire podcast sul benessere o leggere articolo su "come fare" per stare meglio.
Il primo passo è essere precisi. L'obiettivo bisogna averlo chiaro, scriverlo su un foglio e metterlo sotto il cuscino o sul frigorifero. Il benessere deve essere un obiettivo completamente nella nostra sfera di azione. Non dipende da nessun altro. E deve generare un risultato misurabile. Per esempio: "Correre 5 km la mattina, a digiuno, in 25 minuti". Arrivarci è un percorso, una storia personale da raccontare e un risultato da celebrare!
Che soddisfazione, no? Bravi, bravissimi! Ma come cantavano i Rolling Stones: "I can't get no satisfaction". Certo, Mick Jagger e soci di soddisfazione dai diritti d'autore per questa canzone ne hanno avuta molta. Ma come cantano anche loro non si è mai soddisfatti nella vita, ma ci si prova. Come scrive Arthur C Brooks nella sua rubrica su The Atlantic "la formula rudimentale è: soddisfazione = quello che si vuole". E poi? Si ricomincia. Siamo fatti così!
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Scrivimi e racconta!
Da AMA LA MAGLIA
Torna la mia auto-produzione di un paio di anni fa in occasione dei Mondiali di calcio in Qatar. “Stoffa da Campioni” racconta in 7 puntate altrettante maglie storiche delle nazionali finaliste nella Coppa del Mondo. Con curiosità, aneddoti e ricordi personali. Questa volta tocca alla maglia blu del Brasile al Mondiale 1958 in Svezia.
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Set POINTZ
L’inchiesta sul tifo organizzato nelle curve a San Siro, stadio di Milano. Parliamo di Inter e Milan, degli ultras e di malavita organizzata. Mario Sconcerti, una ventina di anni fa, scriveva sul trimestrale Linea Bianca di Limina che avevamo trasformato gli stadi nel “nostro piccolo Bronx domenicale”, per togliere certi problemi dalla strade e dalle piazze. Vi propongo un articolo molto chiaro e preciso per capire meglio i fatti.
Ultras, narrazione di un fenomeno tutto italiano (da Fubolitix di Giovanni Armanini)
Match POINTZ
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