Oggi parliamo di:
🔥 Aumentano le temperature, peggiora l’aria: lo sport cambia.
🏃♀️🏃🏿♂️ Sballo del runner: una cosa seria, se capisci come arrivarci.
📌 Le rubriche di SPORTERZ. Fumare il sigaro dopo una vittoria: un viaggio storico nella tradizione del “kiss my ash”. E poi notizie curiose su eventi e protagonisti con qualche link per approfondire.
INTRO: ORMAI NON È PIÙ SOLO TEORIA. Partiamo questa settimana da una classifica: il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato nella storia dell'umanità, almeno da quando si misurano le temperature nel 1850. Si tratta del primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5° C il livello preindustriale. Nel 2024, i gas serra atmosferici hanno raggiunto i livelli annuali più alti mai registrati nell'atmosfera, secondo i dati C3S e CAMS. Abbiamo meno di 5 anni per restare nei limiti di un aumento di 2° C previsti dagli Accordi di Parigi.
Nessuno di noi è immune ai cambiamenti climatici. Nessuno. Sportivi professionisti e amatori, allenatori e tifosi. Un report della Climate Coalition ha fatto sapere che nel 2020 circa 62.500 partite di calcio amatoriale sono state annullate o rinviate a causa delle condizioni meteorologiche. Troppo caldo, troppa pioggia o troppo vento, troppo inquinamento atmosferico. Adattamento e mitigazione sono le due parole chiave e lo sport deve fare i conti con un futuro dove molte cose cambieranno.
IL CALDO FA ANCHE COSE BUONE? Un esempio arriva dal baseball: ogni grado Celsius in più sul termometro corrisponde a un aumento di circa 95 fuoricampo a stagione. Si potrebbe arrivare a un 10% in più di home-run entro la fine di questo secolo, se le temperature non scenderanno. Lo ha stabilito uno studio di un gruppo di ricercatori del Dartmouth College, nel New Hampshire, che ha analizzato i dati da oltre 100.000 partite della MLB. Guardando le statistiche di 220.000 partite hanno capito che il caldo anomalo ha un impatto su ciò che succede sul diamante. Quando fa caldo l’aria è meno densa e la palla da baseball incontra meno resistenza e rimane più tempo sospesa: cioè "vola" per molto più tempo prima di cadere a terra. C'è anche uno stadio negli Usa dove questo fenomeno è più marcato: lo storico Wrigley Field, stadio di casa dei Chicago Cubs. Dove si gioca più di giorno che di sera e dove le temperature in estate sono molto alte. Sembra una cosa divertente, ma non lo è.
SMOG E INCENDI: CHE ARIA TIRA? Lo smog delle grandi città è un problema e lo abbiamo iniziato a considerare a Pechino 2008 con i Giochi olimpici estivi. Ma quello che preoccupa ancora di più è il fumo degli incendi boschivi che, con il riscaldamento delle temperature, sono e saranno più frequenti negli Stati Uniti, in Australia e nell'Europa mediterranea. Il fumo degli incendi boschivi può salire fino a 23 km nell'atmosfera ed essere trasportato dai venti a molti chilometri di distanza. Così enormi quantità di materia fine e particolata, 30 volte più piccole della larghezza di un capello umano, vengono respirate e penetrano in profondità nei polmoni entrando così nell'organismo provocando possibili conseguenze alla salute di tutti, compresi gli atleti.
Come nel 2020 agli Australian Open di tennis: a causa dello smog provocato dalle fiamme di parecchi incendi nei dintorni di Melbourne la slovena Jakupovic si è ritirata per una crisi respiratoria e un raccattapalle è svenuto. A giugno 2023, circa 75 milioni di persone erano in allerta per la qualità dell'aria a causa del fumo degli incendi boschivi in Canada. Le polveri arrivavano fino alle città degli USA. L'intensità del fumo ha spinto la Major League Baseball, la Women's National Basketball Association e la National Women's Soccer League ad annullare le partite per la pericolosità dell'aria.
TOO HOT IN THE CITY. Rimanendo al tennis, parliamo di New York e di isole di calore dovute all'estrema urbanizzazione con strade asfaltate, edifici e grattacieli che assorbono e rilasciano fino a 5°C in più. Gli US Open 2023 si giocarono in un caldo torrido che mise a dura prova tennisti e spettatori. Ricordiamo il russo Daniil Medvedev arringare il pubblico dicendo: "Un giocatore morirà, e poi vedranno". Basandosi sugli ultimi modelli climatici dell’IPCC dell’ONU, il sito di previsioni statistiche FiveThirtyEight di Nate Silver ha stabilito che nel 2050 la media della temperatura massima a Melbourne nel periodo degli Australian Open sarà di circa 39° C; quella di New York agli US Open di 35° C; a Parigi al Roland Garros sarà di 28° C e a Londra per Wimbledon sarà 30° C, ma con alti tassi di umidità. L'Associated Press ha anche calcolato che tra il 1988 e il 2022 l'aumento della media della temperatura massima per i tornei del Grande Slam è aumentata di circa 3° C.
Il cricket è uno sport che sarà fortemente condizionato dai cambiamenti climatici. Anzi, come per il tennis, lo è già. Durante il Sydney Ashes Test del gennaio 2018, il capitano dell'Inghilterra Joe Root è stato portato in ospedale per disidratazione e gastroenterite virale, perché la temperatura aveva raggiunto i 42 °C. Ma un termometro al centro del campo aveva rilevato 57,6 °C sul terreno. Provare la soluzione indoor? Potrebbe creare più problemi per via dell'umidità che si verrebbe a creare all'interno delle strutture, visto la considerevole lunghezza delle partite.
FARE SPORT LA NOTTE NON RISOLVE. Parliamo ancora di caldo. La domanda è fin troppo scontata: ma organizzare le partite o gli eventi in notturna con temperature più miti? Non è sempre e solo la soluzione, perché bisogna considerare i bioritmi degli atleti (e del pubblico) e la geografia. Gli organizzatori dei Campionati mondiali di atletica leggera del 2019 in Qatar hanno programmato la maratona femminile alle 23:59 ora locale, a causa del caldo diurno di Doha. Ma anche di notte la temperatura ha superato i 32°C con un'umidità superiore al 70%. Risultato? 28 su 68 maratonete non hanno terminato la gara.
Anche i ciclisti al Tour de France affrontano a luglio temperature sempre più calde ed estreme. Già nel 2022 la temperatura del suolo era di circa 60° C. Gli organizzatori hanno optato per bagnare l'asfalto per farlo raffreddare (aumentando l'umidità) e i team a dotarsi di gilet refrigeranti per gli atleti. In generale nel giro di 20 anni, dai primi del Duemila e oggi, la temperatura è aumentata da una media di 29,6° C a 40,1° C. Il protocollo UCI prevede che oltre i 35° C si può modificare il percorso fino ad arrivare anche all'annullamento della tappa. Anche la Vuelta di Spagna a fine agosto e settembre sta andando incontro a giornate con 40° C.
Per quanto riguarda il calcio voglio fare un focus sull'Africa, dove le previsioni parlano di sempre meno posti dove organizzare la Coppa continentale per nazioni e altri tornei locali o internazionali. Uno studio prevede, per il periodo 2071-2100, un aumento della temperatura media di 6° C nello scenario peggiore: alcune zone del Sahara potrebbero segnare aumenti di 5° C e le zone meridionali del continente 4° C. Il Lesotho, praticamente inglobato a Nord del Sudafrica, rimarrebbe l'unico Paese non impattato da un aumento significativo. Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sahara occidentale, Sudafrica, Namibia e Botswana potrebbero essere le uniche nazioni ancora in grado di ospitare la Coppa d'Africa.
DOVE FARE LE OLIMPIADI INVERNALI? Un team di ricercatori dell'Università di Waterloo ha analizzato i dati climatici e nel 2022 ha fatto previsioni sul futuro delle città ospitanti le Olimpiadi Invernali. Se le emissioni non diminuiranno, entro il 2050 solo Lake Placid, Lillehammer, Oslo e Sapporo rimarranno città affidabili nel mese di febbraio ed entro il 2080 solo Sapporo sarà sicura di poterle organizzare. Con una riduzione delle emissioni, le città affidabili al 2080 salirebbero a nove, incluse Nagano, Salt Lake City, Calgary e Vancouver. Nelle Alpi, in uno scenario ad alte emissioni, solo Albertville e Cortina sarebbero sicure fino al 2050. Un aggiornamento del 2024 - commissionato dal CIO - prevede che, in uno scenario medio di emissioni, 52 località rimarranno affidabili per i Giochi Olimpici Invernali entro il 2050, ma solo 22 per i Giochi Paralimpici che solitamente si disputano a marzo.
Le soluzioni per tracciare percorsi innevati sono gli impianti di neve tecnica e lo snow-farming, cioè la conservazione della neve (naturale o tecnica) nei mesi più caldi (grazie all’isolamento termico) e il suo utilizzo per creare il fondo o aggiungere strati nevosi nei mesi freddi in concomitanza con gli eventi sportivi. Ma servono condizioni climatiche e temperature fredde: cosa succede se superiamo l’aumento di 1,5° C?
Per chiudere parliamo delle prossime Olimpiadi estive a Los Angeles. Nel 2028 la megalopoli della California ospiterà i Giochi per la terza volta. Ma non solo: nel 2025 si giocheranno partite e la finale del Mondiale di calcio per club e nel 2026 i Mondiali di calcio della Fifa. Ma il clima in California ha subito enormi cambiamenti da quando Los Angeles ha ospitato le ultime Olimpiadi nel 1984 e la finale della Coppa del Mondo a Pasadena nel 1994. Infatti ci sono 78 giorni in più all'anno in cui le condizioni sono favorevoli agli incendi rispetto a 50 anni fa. E la proporzione degli eventi è distruttiva come abbiamo visto nelle scorse settimane, quando alte temperature e forti venti, dopo un decennio di siccità, hanno creato le condizioni per uno degli incendi più gravi nella storia della regione. Statisticamente non si può escludere che non ci ssaranno incendi in California nell'estate 2028, durante i Giochi.
OUTRO: RIBELLARSI, IMPARARE, CAMBIARE. Lo sport ha un potenziale di leva nel cambiamento sociale come è stato in altri momenti della storia moderna. Può esserlo di nuovo e contribuire a sensibilizzare l'opinione pubblica su come affrontare il cambiamento climatico. Riprogrammare gli eventi a causa di caldo, inquinamento atmosferico e inondazioni colpisce la massa. Riprogrammazione gli eventi o le sedi di gioco fa riflettere. Non sono eccezioni ormai, sono la normalità.
La frase del titolo è ripresa dallo slogan di Nathaniel “Magnificent” Montague, classe 1928, deejay e produttore musicale di R&B e soul. Il suo “Burn, baby. Burn!” divenne un grido di battaglia durante i disordini multietnici di Watts, nel 1965, a Los Angeles (34 morti, 1.032 feriti e 3.952 arresti). Criticato per la frase, la cambiò in “Learn, baby! Learn!”: un incoraggiamento ad abbracciare l'istruzione e la non violenza. Per chi desidera approfondire, l'autobiografia di Montague (“Burn, Baby! Burn!”) è stata pubblicata da University of Illinois Press nel 2003.
Sportivi, in fondo ognuno ha lo sballo che si merita
Correre fino allo sfinimento non produce sensazioni piacevoli. Magari qualche botta di dopamina dopo aver ricevuto tanti kudos su Strava. Ma allenarsi portando cuore, respirazione e muscoli in una zona particolare di lavoro può favorire il runner's high, o “sballo del corridore”.
Ma cos’è? Parliamo di uno stato psico-fisico che si manifesta con euforia, rilassamento e benessere generale. Spesso sperimentato durante o dopo un'attività fisica intensa, come la corsa. Ma non troppo intensa o troppo prolungata.
Perché succede? Principalmente è dovuto al rilascio di endorfine e endocannabinoidi nel cervello, che riducono la percezione del dolore e aumentano il senso di felicità. Le endorfine agiscono come antidolorifici naturali; gli endocannabinoidi possono attraversare facilmente la barriera emato-encefalica, contribuendo all'euforia. Tranquilli: è tutto legale!
Come si raggiunge il runner's high? è necessario un esercizio prolungato: almeno 30-45 minuti di corsa continua. Per qualcuno anche 90 minuti. La durata e l'intensità dell'attività fisica sono fattori chiave per attivare questo stato. Trovare un ritmo cadenzato, costante e all’interno della zona aerobica aiuta.
Esperienza soggettiva. Durante il runner's high, molti runner dicono di perdere la percezione del tempo e del dolore, avvertendo una sensazione di leggerezza e una diminuzione dell'ansia. Però non tutti lo sperimentano: è una sensazione molto soggettiva e può variare da persona a persona.
Occhio alle differenze. Il runner's high e il flow state sono due esperienze distinte: il flow state è uno stato di immersione totale nell'attività, caratterizzato da concentrazione profonda e assorbimento nel presente, senza distrazioni. Ne parleremo settimana prossima!
Hai una storia personale da condividere? Scrivimi e racconta!
🎯 Set POINTZ
Sinner non va al Quirinale e iniziano le critiche feroci: “A Mattarella si risponde sempre di sì”. Ma proprio ogni volta che si vince bisogna andare al Quirinale?
Cosa ne pensate di Neymar? "Pagliaccio", "mezzo fenomeno" e altre cose del genere commentano il ritorno al Santos, in Brasile. Io voglio credere alla last dance: i Mondiali del 2026 con la Seleçao.
Dal 14 al 16 febbraio di gioca l’All-Star Weekend della NBA a San Francisco e nella Bay Area. Su Never Ending Season c'è la guida completa all'evento, che quest'anno rivoluziona la partita delle stelle.
Con Sergio Cerbone condivido un'esperienza lavorativa in Yahoo e l'amore per il basket. Che lui ha portato al next level con le esperienze a San Francisco e nella Baia. Il suo report per Sky Sport è da leggere.
E per chi vuole capire cos'è diventata Oakland, dall’altra parte della Baia, dopo l’addio di Raiders, Warriors e Athletics suggerisco di riprendere una issue di SPORTERZ del 2024.
Quale sarà l'eredità di Milano Cortina 2026? Valtellina Dolomiti 2028, le Olimpiadi invernali giovanili! Il CIO le ha assegnate alle Alpi italiane per sfruttare la legacy dei Giochi che inizieranno tra 365 giorni.
🎾 Match POINTZ
Paolo Condò scrive sul Corriere della Sera del 31 gennaio commentando il momento attuale del Milan dopo la sorprendente vittoria della Supercoppa italiana a inizio anno:
Conceição ha commesso un errore, umanamente comprensibile: spinto dall’emotività del momento e dalle circostanze (e da un Ibra a caccia di rivincite instagrammabili) ha festeggiato la Supercoppa accendendosi un sigaro, che è il simbolo di un felice finale di stagione, non di un piccolo trofeo a metà della stessa.
Nulla da eccepire: vediamo spesso il sigaro nei festeggiamenti delle squadre che vincono un titolo. Negli USA è un rito.
Non è chiaro quando sia iniziata la tradizione. Molti la fanno risalire a coach Red Auerbach e alla dinastia dei Boston Celtics in NBA negli Anni 60 (8 titoli consecutivi). Aveva l'abitudine di accendere un sigaro sul finale delle partite che la sua squadra stava per vincere. Quello che oggi chiamiamo garbage time. Auerbach ha poi vinto altri 8 titoli da direttore generale e presidente dei Celtics. Questa la sua idea in merito al “sigaro della vittoria”:
Per me la partita era finita. Il lavoro della giornata era finito [...] Quindi accendevo un sigaro e mi sedevo in panchina e la guardavo. La partita era finita, a tutti gli effetti. Non volevo rovinare niente o mostrare a nessuno che bravo allenatore fossi quando ero in vantaggio di 25 punti. Perché? Devo vincere per 30? Che diavolo di differenza fa?
Un rito nato dopo ogni vittoria, qualsiasi vittoria di quella fantastica squadra che demoliva gli avversari sul campo. Poi diventato sinonimo di celebrazione di un titolo con Michael Jordan, Kobe Bryant, LeBron James e Steph Curry.
La vera critica a Sérgio Conceição non è l'eccessiva celebrazione con il sigaro di un trofeo minore. Ha dimostrato una spavalderia prematura. “Kiss my ash”, per dirla nello slang. Poi magari vincerà qualche altro trofeo più importante. Ma a gennaio è stato un errore umano da “cerchietto rosso”.