Oakland, la città fantasma degli sport pro
NBA, NFL e MLB non abitano più qui. Ma crescono le squadre di comunità
Oggi parliamo di:
Nella baia di San Francisco, California, c’è una città che settimana scorsa ha perso la sua terza e ultima squadra dei campionati pro. Per chi fare il tifo adesso?
Proprietà USA in Serie A: tutto bene o tutto male? Ne parlo con Vito Romaniello che mi ha invitato come ospite per il programma tv L’ora del Calcio.
Le rubriche di SPORTERZ: c’è uno sport che allunga la vita, ma forse è per via delle frequentazioni che mette in campo. Poi notizie curiose su eventi e protagonisti con qualche link per approfondire.
Say goodbay to Oakland. Il 26 settembre 2024 gli Oakland Atheltics del baseball MLB hanno giocato per l'ultima volta in California, nella Baia di San Francisco. L'ultima grande squadra professionistica della città se ne va a Las Vegas. Dove si erano trasferiti i Raiders della NFL nel 2020. Un anno prima, nel 2019, i Golden State Warriors della NBA avevano attraversato il Bay Bridge per spostarsi da Oakland a San Francisco.
Un quadro desolante. Dopo 64 anni non ci saranno squadre pro a Oakland. Dire che è "la fine di un'era" è un eufemismo. Si tratta di una tragedia sportiva, perché qui, negli anni 70, si sono vinti tutti e tre i titoli. Nel 1972, 1973 e 1974 gli Athletics hanno calato il tris nelle World Series della MLB, nel 1975 i Warriors hanno vinto l'anello NBA, nel 1976 i Raiders hanno trionfato nel Superbowl della NFL. La perdita delle tre squadre pro della città è il segno di come ai ricchi proprietari interessi solo fare profitti, senza tener conto del sentimento della comunità di tifosi.
Servivano nuovi impianti. Il punto principale sono gli impianti. I Warriors giocavano in una vecchia arena con meno opportunità commerciali rispetto alle altre franchigie della NBA. I Raiders e gli A's giocavano nel vecchio Oakland Coliseum, che li metteva in una situazione di svantaggio simile rispetto alle avversarie della NFL e MLB. Le franchigie di football e baseball non sono riuscite a convincere la politica locale che non ha speso soldi pubblici per sovvenzionare un impianto sportivo, i cui benefici sarebbero per lo più finiti nelle tasche dei proprietari milionari. Così le due squadre hanno tagliato la corda. Morale: i Warriors hanno finanziato la loro nuova arena con fondi privati. I contribuenti dello stato del Nevada sono invece i finanziatori della nuova casa dei Raiders e degli A's.
Da Philly al Golden State. I Warriors sono nati a Philadelphia per trasferirsi prima a San Francisco e poi a Oakland nel 1971 e darsi la denominazione di Golden State in omaggio alla California. Hanno vissuto i loro giorni migliori a Oakland con 5 dei 7 titoli NBA vinti, ben 4 con la dinastia guidata da Steph Curry e allenata da Steve Kerr nel secondo decennio dei Duemila.
Los Angeles andata e ritorno. I Raiders sono nati proprio a Oakland. Qui hanno vinto 2 dei 3 Supebowl in bacheca e sempre qui John Madden ha costruito la sua carriera da allenatore leggendario diventando il volto di un videogioco bestseller sul football. A Oakland i tifosi in costume trasformavano ogni partita in una festa di Halloween.
A Oakland con parsimonia. Gli Athletics non sono nati a Oakland, ma a Philadelphia dove sono rimasti per 50 anni. Sono passati per un decennio da Kansas City per approdare nella Baia nel 1968. Qui hanno vinto 4 delle 9 World Series in bacheca, ma hanno soprattutto costruito qualcosa di speciale vincendo 3 titoli di fila nel 1973-74-75. Il proprietario John Fisher, figlio dei co-fondatori del marchio Gap, ha comprato la franchigia degli Athletics nel 2005, ma la sua gestione è stata sempre parsimoniosa e la squadra è tra le ultime per il monte ingaggi. La MLB non ha il salary cap, il tetto salariale, quindi le squadre migliori sono quelle che spendono di più per avere i giocatori più forti. Gli A's sono stati la peggior squadra di baseball la scorsa stagione: 50 vittorie e 112 sconfitte.
Vegas, baby… Vegas. Il riposizionamento degli A's a Las Vegas nel 2028, con momentaneo trasferimento a Sacramento, è possibile grazie ai contribuenti di Sin City. La manicipalità sta costruendo uno stadio del baseball nuovo, moderno e capace di ospitare i tanti turisti di passaggio. Fisher e Rob Manfred, commissario della MLB, hanno liquidato con sufficienza i tifosi di Oakland. Andrà sicuramente meglio all'inizio, ma se gli A's continueranno nella gestione micragnosa della squadra nel giro di poche stagioni si troveranno uno stadio deserto nel deserto nel Nevada.
La casa degli algoritmi. Prima di lui gli A's erano la squadra del Moneyball sotto la guida del direttore generale Billy Beane. Ha ispirato il film "L'arte di vincere" con Brad Pitt del 2011. Beane è stato il primo manager degli sport pro a usare le statistiche avanzate sui giocatori per fare acquisti e cessioni a metà degli anni 90. La sabermetrica è “la ricerca per la conoscenza oggettiva sul baseball” senza esaminare le qualità soggettive dell'atleta.
Cosa resta dello sport a Oakland? Il New York Times ha fatto un giro da quelle parti per scoprire che ci sono squadre che puntano a riempire i vuoti lasciati da Warriors, Raiders e Athletics ma con un approccio molto diverso per quanto riguarda i finanziamenti.
Dagli A’s ai B’s. "Penso che dobbiamo rivalutare il contratto sociale tra le squadre sportive e la loro comunità", dice Paul Freedman che ha fondato gli Oakland Ballers di baseball che per ora giocano in una lega indipendente. Sono nati da un movimento di protesta contro la prioprietà degli Athletics, abbreviati A's, e quindi loro si fanno chiamare B's. "Cosa succede a una città senza baseball? Cos'è l'estate senza nonni e nipoti che vanno a vedere il baseball?", si chiede Freedman.
Radici ben salde. I Roots sono nati nel 2018 perché la città non aveva una squadra professionistica di calcio. Ora giocano nella USL Championship, lega di seconda divisione nazionale, e hanno una sezione femminile (Soul) e le categorie giovanili. "Non c'è alcun interesse per i fondi pubblici per le strutture sportive", ha detto la presidente Lindsay Barenz. Tutto quello che chiedono di "pubblico" è avere presenze sugli spalti e finanziarsi con la comunità. Il nome Roots significa “radici” e rimarca che lo scopo della squadra è stringere rapporti socialmente importanti con la comunità di Oakland.
Sportivi, in fondo "batti lei" è… una battuta da immortali!
Il tennis è tornato di gran moda. Un po' perché Sinner e i nostri tennisti (sia uomini che donne) partecipano ai tornei con ottimi risultati. Un po' perché note catene di abbigliamento e attrezzature sportive hanno fatto crollare i prezzi per iniziare a praticarlo. Un po' anche perché il padel è il nuovo calcetto. Ma impugnare una racchetta allunga la vita fino a 10 anni come ha concluso uno studio lungo 25 anni del Saint Luke’s Mid America Heart Institute di Kans su 8.600 cittadini di Copenaghen, in Danimarca.
Game-set-match. Nessuno sport fa vivere più a lungo del tennis, che regala ben 9,7 anni in più rispetto a chi non pratica attività fisica. Secondo c’è il badminton, che fa guadagnare 6,2 anni. Terzo gradino del podio per il calcio, 4, 7 anni. Fuori dal podio il ciclismo (3,7 anni in più), il nuoto (3,4 anni in più), la corsa (3,2 anni in più), la ginnastica ritmica (3,1 anni in più). All’estremo peggiore di questa classifica si colloca il fitness, l’attività in palestra con appena 1,5 anni guadagnati.
"Ho un amico al tennis che è primario...". I ricercatori evidenziano come le pratiche sportive che si praticano in compagnia, con almeno due persone, offrano maggiori benefici per la salute. Gli sport di squadra, o che comunque mettono a tu per tu con l’avversario come il tennis, oltre a portare vantaggi per muscoli e cuore ne portano anche per l’interazione sociale anche se non è chiaro se i benefici di una maggiore longevità derivino solo dal movimento o anche da altri fattori socio-economici.
And the winner is tennis! Non è la prima volta che arriva primo nella classifica della longevità tra gli sport. Uno studio del 2016 pubblicato sul British Journal of Sport Medicine con oltre 80.000 persone monitorate per 9 anni era emerso che il rischio di morte era risultato minore del 47% per chi praticava sport da racchetta (tennis, squash o badmnington) rispetto a chi era sedentario. Percentuale che saliva al 56% per quanto riguardava i problemi cardiovascolari.
No, il ping pong non vale. Ma esiste davvero uno sport che dona più longevità degli altri? L’importante è praticare un’attività fisica che piaccia perché bisogna allenarsi almeno 2 o 3 ore alla settimana in tre sedute, con un’intensità che non deve essere troppo blanda perché fa poco, ma neanche esagerata perché può produrre sia radicali liberi che aumentare il rischio di traumi e sovraccarico articolare. Nel dubbio su quale attività fisica praticare è meglio passare prima dal medico curante o uno specializzato per fare due chiacchiere.
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Scrivimi e racconta!
Ama la Maglia è ancora in tv
Seconda ospitata nella trasmissione dell’amico e collega Vito Romaniello. Questa volta parliamo di proprietà USA nel calcio Italiano, che sono in Serie A, B e C. Faccio una mia previsione e lancio un appello: amici americani, studiate!
Match POINTZ
Ancora sullo sport pro negli USA. La NBA del basket passerà da 30 a 32 squadre nel 2027-28. Tra le due novità ci sarà sicuramente Seattle con il ritorno dei mitici Supersonic, campioni nel 1979 ed emigrati a Oklahoma. E poi ancora Las Vegas.
Mattia Cattaneo (1990) è un ciclista professionista e medagliato azzurro ai Mondiali di Zurigo. Al suo debutto tra i pro pesava 59 chili per 1,84 di statura. Una follia, a cui ha saputo mettere rimedio.
Lo slap fighting, lotta a base di schiaffioni al volto, è pericoloso per il cervello (ma dai?). Porta a ripetute commozioni cerebrali con possibili conseguenze nella demenza. Negli Usa il campionato è alla terza stagione ufficiale ed è trasmesso in tv.
"Signora mia, è tutto uso foresteria", cantava Luca Carboni della sua città Bologna. Passati i decenni non è cambiato molto: Samuel Iling-Junior, attaccante dei Rossoblu, dopo un mese non ha ancora trovato un alloggio.
Sono finiti in una storia del settimanale italiano Topolino Papertotti, Paperumma e Icarduck. In Finlandia su Aku Ankka, giornalino di Paperino, c'è il bomber del Venezia Joel Julius Ilmari Pohjanpalo.
Il progetto "Rugby oltre le sbarre" della Federugby è attivo in molte carceri italiane. Leonardo Panci una volta alla settimana allena gli Haka nella Casa di reclusione a San Giminiano (Siena). Vogliono giocare nel campionato amatoriale toscano.
Ancora tempo di "just do it"? La Nike perde qualche colpo nel mercato dello sportswear, dove negli ultimi anni è adidas a fare la parte del leone. Lo Swoosh ha forse perso il tocco magico con le nuove generazioni...